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FRANCESCO BUGLIO L' ATTACCANTE

Ripercorriamo la carriera calcistica di Francesco Buglio
Le giovanili del Varese di metà anni 70 erano lo specchio di una società plasmata ad immagine e somiglianza del patron Borghi, un industriale venuto su dalle macerie della guerra e votato al pragmatismo imparato sul campo. I biancorossi all'epoca veleggiavano tranquillamente nei mari delle prime due serie nazionali lanciando virgulti che avrebbero poi fatto strada nel calcio; Anastasi, Valmassoi, Trevisanello e Dal Fiume si sono ritagliati spazi importanti nel panorama calcistico d' elite ma anche altri hanno avuto la soddisfazione di esordire, sebbene poi allo stesso esordio non è seguita una gran carriera. Francesco Buglio è  uno di quei giovanotti che hanno assaggiato la serie A, classe 1957, catanese, arriva a Varese con la speranza di ripercorrere le orme del conterraneo Anastasi in una stagione che purtroppo vedrà scendere in B i biancorossi. Mister di quella squadra è  Pietro Maroso, fratello dell'immenso Virgilio e già gloria varesotta da calciatore, in quella squadra il reparto avanzato è composto da Sperotto, un giovane Giacomo Libera in rampa di lancio e dal mai esploso Tresoldi vecchia promessa milanista, completano il plotone i giovani Ramella, Ferretti e il nostro Buglio. Il campionato del Varese è da subito in salita e per i giovani lo spazio è davvero poco, Buglio assaggia la serie A per la prima volta il 5 Gennaio 1975, 13 sulle spalle e sconfitta al 'Comunale' di Torino per mano dei moschettieri granata Zaccarelli, Pulici e Graziani  che rendono vana la rete del biancorosso Borghi;  altra panchina l' 11 Maggio a Vicenza in compagnia di Trevisanello e Della Corna e spettatore dell ' 1-1 finale targato Sperotto e Vitali.
Finalmente il 18 Maggio arriva il giorno dell'esordio,  l'occasione è l'ultima giornata di campionato che vede ospite all' 'Ossola' il Napoli di Bruscolotti, Clerici e Vinicio, Buglio entra in campo al minuto 57 in vece di Libera e poco importa se una doppietta di Massa indirizza la gara in favore dei partenopei,  la gioia di aver messo piede nel paradiso della serie A è qualcosa di unico e speciale. 
Con la retrocessione del Varese in B il giovane Buglio viene dirottato alla Milanese Libertas un 'laboratorio' giovanile che raccoglieva promesse biancorosse  da far maturare, con lui va Ferretti ed entrambi si trovano  protagonisti in una rosa che comprende il futuro Juventino Luciano Favero, il funambolo Paolo Doto in futuro faro di Varese, Ternana, Barletta e Casertana e buoni mestieranti come il difensore Carnelos; Buglio disputa un buon campionato siglando pure reti importanti (Milanese-Legnano 1-0 ad esempio) e risultando decisivo nella tranquilla salvezza della piccola realtà. Tale stagione lancia il promettente Buglio nell'orbita della serie C, destinazione Salernitana compagno di viaggio Giuliano Carnelos.
Salerno è  piazza esigente, la tifoseria sogna da anni la B e una campagna acquisti che vede arrivare bomber Mujesan esalta la massa, l'inizio non è niente male e la squadra viaggia nei quartieri nobili della classifica, ma le acque sono agitate e quando il presidente si defila lasciando in crisi la società iniziano i guai, mister Regalia accetta l'offerta del Bari diventandone Ds e abbandonando il cavalluccio Salernitano che viene condotto a riva da un Mujesan ancora privo del patentino, ma già col piglio del mister; in tutto questo marasma per Francesco Buglio ci sono solamente 6 presenze orfane di reti, decisamente troppo poco rispetto alle aspettative di un giovane in rampa di lancio. 
Per la stagione 1977/78 così il giovane attaccante decide di fare un passo indietro accettando come destinazione il Viareggio in serie D, la squadra poggia su ottime basi per poter disputare una stagione di vertice e qui Buglio inizia alla grande la sua avventura assieme a calciatori del calibro di Petrangeli (poi bandiera della Sambenedettese in serie B), Mannini (portierone del Pisa di Anconetani), Saporito e Tosetti; nelle prime giornate mette a segno reti spesso decisive (stende Pietrasanta ed Orvietana), ma deve arrendersi dopo appena 14 presenze ad un leggero soffio al cuore che lo costringerà ad abbandonare l'attività giovanissimo. Il passo più importante però Buglio lo ha già fatto: a Viareggio conosce la futura moglie e con lei metterà su famiglia ponendo le basi per una vita felice e piena di soddisfazioni, sia nel privato che sulle panchine che di lì a poco lo vedranno protagonista, ma questa è un'altra storia...

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